venerdì 16 agosto 2013

Cosa non si fà per integrarsi.....

partiti sei giorni fà da Torino, abbiamo viaggiato al fine di raggiungere l'iran.
Terra bruciata dal sole e sferzata dal vento.
Terra che, approcciandosi ad essa mediante le sole informazioni che ci vengono trasmesse dalla televisione, pare essere un luogo
 impossibile e pericolosissimo.
Quando iniziammo a parlarne, Gisella ed io, la prima sensazione fu di gran desiderio.
Si, ci volevamo arrivare .....ed anche se pare banale dirlo, sappiate che a volte può non esserlo......insieme !
Ci abbiamo creduto sin dall'inizio, abbiamo iniziato a lavorarci mesi or sono.
La ricerca delle informazioni, la richiesta dei visti, il Carnet per la moto, le impronte digitali.......insomma, senza esitazioni,
come sempre, in modo quasi sincrono, ci siamo polarizzati su un unico obiettivo, arrivare in Iran !
Oggi, ore 13.30 ora locale, le 11 ora Italiana, si apriva davanti alla nostra mitica motocicletta uno scricchiolante cancello.
La frontiera Iraniana ci aveva dato l'ok al transito !
Ecchè sarà mai, direte voi ?
Giusto ! Nulla di che !
Salvo riuscirvi ! Salvo crederci ! Salvo provarci ....
Siamo in Iran Gisella ed io.
Stanza 1014 di un hotel a Tabriz, a circa 300 km dalla frontiera appena varcata.
Non abbiamo parlato molto durante il tragitto sino a quì oggi.
Bastava sentire il fiato dell'altro nell'interfono per capire che vi era tutto l'entusiasmo e quel pizzico di orgoglio che non guasta.
Bastava ruotare la testa attorno a noi per essere certi di aver fatto la cosa giusta, mesi or sono, nel decidere questa meta.
Si tratta di un ambiente arido, le colline che si sussegguono mi ricordano il Mont Ventoux ( mitica montagna francese completamente
priva di vegetazione a ridosso della vetta. N.B. .....si pronuncia Vaaaantoux....come fattomi notare da S ), fa caldo anche se siamo in quota.
E' un ambiente che ben si addice ad alcuni animali ( particolarmente cari a mia mamma :) ) i serpenti !
Ve ne sono ben 65 tipologie differenti in Iran e 50 di questi, velenosi .......
Il sole picchia forte e con un cielo di un blu che non ricordavo, sembra essere una immagine artefatta.
Ci fermiamo a fare scorta di acqua ed incontriamo un ragazzo in viaggio con suo padre.
Ci si avvicina ed iniziamo a parlare.
Lui studia a Teheran ed ora è in vacanza ( come del resto tutti i musulmani )
Non facciamo neppure in tempo a dirci i nostri nomi che lui ci invita a cena a casa sua........
So bene che l'ospitalità di certe popolazioni ha nulla a cui somigliare alla nostra.
So bene che se accettassi l'invito rischierei di dovermi fermare da lui per giorni.
Declino l'invito ma chiedo a lui ed a suo padre un favore......firmatemi la motocicletta !
Abbiamo con noi due pennarelli e desideriamo fissare su Soraya ( questo è il nome che abbiamo dato alla nostra amica moto prima di partire )
i nomi delle persone che più di altre ci faranno sentire parte integrante del viaggio e non due semplici turisti.
Ora conosco il suo nome.........Grazie Shahin !
Un capitolo a parte questa sera desidero dedicarlo a Gisella.
Ho sempre detto che, dei due, chi ha più coraggio, forza, costanza e determinazione, sicuramente è lei.
Ho sempre detto che un conto è guidare la moto, tutt'altro affare e sedersi su un fazzoletto di plastica poco soffice chiamato "sella passeggero "
e attraversare il mondo.
Chapeu Gisella !
Ma per questo viaggio ha dovuto ulteriormente superarsi........ed ora vi racconto come.
Nelle fasi di preparazione del viaggio, dove per lunghe serate abbiamo rovistato nelle notizie di viaggiatori che, prima di noi, avevano
attraversato l'iran, un gran dose di attenzione l'abbiamo posta alla donna.
Come ben sapete in Iran, la donna possiede pochissimi diritti, molti doveri ed infinite limitazioni.
Fra queste l'abbigliamento.
Nel documentarsi, Gisella aveva trovato mille informazioni utili allo scopo, ed al fine di risultare il più integrata possibile, ha dedicato giorni alla
minuziosa scelta dell'abbigliamento:
n° 2 camicioni lunghi ( e larghi ) così da coprire eventuali forme che permettano di distinguere una donna da un boiler
n° 2 veli per coprirsi il capo
n° 1 paio di pantaloni neri stile Jasmine
........il tutto, per essere precisi, acquistato in un negozio in Camargue specializzato in abbigliamento tipico arabeggiante.
Oggi, dopo aver indossato il camicione a manica lunga, il velo, i pantaloni di Jasmine entiramo in Iran e arriviamo in Hotel.
Me la vedo arrivare davanti e la prima cosa che mi è venuta in mente è stata di chiederle dove erano finiti i 40 ladroni........
Ma come se non bastasse, arriva puntuale come un orologio, il momento tanto atteso quanto indesiderato del confronto con le altre donne ....
Il velo lo indossano anche loro, ma anzichè sembrare una pellegrina di Lourdes loro lo indossano lasciando praticamente scoperta la nuca
affinchè i capelli si notino bene.
Il camicione, si anche quello lo indossano, ma attillatissimo e aderente in tutte le sue parti.
Al posto dei ciclopici pantaloni simil tappeto volante indossano degli americanissimi jeans talmente aderenti da impedire persino l'accesso
alle tasche.
Per finire...........le scarpe.
Gisella indossa un paio di paperine , loro un tacco 13 !!!!
Saliamo in ascensore e con noi sale una donna Iraniana.
Non mi saluta, in quanto io uomo ( vietatissimo da queste parti ) però guarda Gisella, si salutano e la donna, con un ghigno da presa in giro
sorride e quasi squote la testa.
...........Guardo Gisella che con aria imbarazzatissima mi dice " sai cosa sta pensando questa ? "
no, rispondo io........
...........sta pensando..........
" ma guarda come caspita vanno in giro vestiti questi Italiani !!!!!"
Domani si scende verso sud.
Farà caldo, tanto caldo.
Ma occorre arrivare in qualche luogo che abbia un Suq............Gisella deve comprarsi un vestito tipico Iraniano.............un paio di jeans !!!
Al prossimo post,
come sempre, ci si legge, o ci si vede ...
Ma se volete vederci, prima, dovete prenderci !!!
Gisella e Gianni 



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