domenica 18 agosto 2013

Tramonti e Albe

Durante un viaggio, ancor più se fatto in moto, possono esserci momenti difficili,
dove la fatica inizia a farsi sentire e riaffiorano pensieri negativi.
Per fortuna non capita spesso, ma quando accade ti si stringe la gola e sembra che la
luce poco a poco ti lasci.
Il buio si impossessa di te e ogni cosa, che durante il giorno pareva essere stupendo
diventa d'un tratto.......parte delle tue paure.
Come un tramonto, che nella sua infinita bellezza lascia il posto alle tenebre.
Siamo fortunati noi tutti, perchè a loro volta le tenebre lasceranno posto ad un nuova alba
 e tutto tornerà a sorridere.
E' questo, che da millenni, vedono le statue poste sulla sommità del monte Nemrut,
a circa 2200 metri di altitudine.
E' quì che siamo Gisella ed io.
La salita al monte è possibile grazie ad un paio di strade poste sui differenti versanti
della stessa.
La prima è composta da un selciato in porfido, non esattamente un biliardo ma molto
 agevole.
La seconda, posta ad Est, è asfaltata solo sino ad un paio di km dalla fine dopodichè
 è sterrata.
Si parcheggia la moto e ci si incammina, per una salita di una mezz'oretta a piedi.
Occorre portarsi indumenti caldi se ci si appresta ad attendere il Tramonto
 in quanto al calar del sole, va da se che, anche la temperatura dell'aria cali drasticamente.
Se si desidera vedere l'alba invece, non ci sarà bisogno di farsi il nodo al fazzoletto per
 non scordarsi le maglie, in quanto, si parte intorno alle 2 del mattino....
Quando arrivi in cima non sei solo.
Ad osserave l'alba verso Est ed il tramonto verso Ovest ci sono le statue del Nemrut.
Un insieme di pietre lavorate millenni or sono raffiguranti un Re della Mesopotamia
 e i Dei che lui credeva suoi pari .......un po' come un noto personaggio della politica
 Italiana......
Un terremoto in epoche passate distrusse molto di quanto fatto dall'uomo,
riducendo il tutto in un ammasso disordinato di sassi
giganteschi.
Scoperto intorno il 1800 da un tedesco, il sito venne aperto e reso diponibile ai turisti
intorno il 1950.
Si tratta di uno dei luoghi più visitati della Turchia, o meglio, da chi ha quel pò di
 intraprendenza nel fare la salita al buio, se vuole assistere all'alba o la discesa, nel caso sia in cima per assistere al tramonto.
Sono secoli che quelle statue, graffiate dal vento incessante, cotte dal sole d'estate e
sfregiate dai solchi lasciati dal gelo invernale,
guardano dritto il sole sorgere e lo seguono fino a vederlo scomparire per la notte.
Sono millenni che il sole tramonta e poi risorge.
Ogni giorno, riappare per poi scomparire e lasciare l'uomo con le sue paure.
Le stesse che aveva l'uomo che fece costruire questo sito.
Le stesse che avevano gli operai che, a mano, scalavano la montagna per issare
 sulla sommità quel peso.
Talvolta anche noi dobbiamo scalare una montagna, seppur solo in senso figurato.
Anche noi abbiamo pesi enormi da trascinarci sulle spalle. Ci fa male lo stomaco e
 siamo piegati in due.
Pensiamo quasi di non riuscirci, di mollare .....
Ma non fà per me questo !
Mai mollare, mai desidestere !
E' vero, ho visto il tramonto ed ora è notte............ma questo non è altro che un attimo
di pausa che il sole si è preso per tornare ancora più splendente.
Sarà notte per poco,
perchè oggi, ormai è quasi domani,
perchè a volte ti accorgi che saper attendere, anche se fa paura, anche se non vedi
 più in la di un metro, ti farà vivere.
Perchè è proprio quando il buio è più buio ed il freddo più freddo che arriva lei,
l'Alba !
Gisella e Gianni




1 commento:

  1. L'alternarsi degli stati opposti, regolare, scandito... della luce e del buio, dell'alba e del tramonto, ad ogni latitudine... ad intervalli di dodici ore o sei mesi, poco importa, è sempre stata, e sempre sara', una certezza. E se è deciso in natura, allora deve essere giusto.
    Trasporre questa alternanza degli stati, regolare, necessaria, da fuori a dentro di noi, è nostro compito, come è nostro compito imparare ad accettarla, quale evento naturale che ha in sè ragioni intrinseche, profonde, giuste.
    Non conosco le albe e i tramonti della Turchia, non ancora perlomeno, ma l'immagine che il vostro racconto delle statue del Nenrut ci regala è fortemente poetica ed emblematica allo stesso tempo.
    Poter anche solo immaginare i volti di pietra illuminati e poi bui, a intervalli misteriosamente regolari, da millenni, regala all'alternanza di tutti gli opposti un profondo senso di pace, che promette di durare per tanti e tanti altri millenni ancora.
    Grazie.

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