"On road to Persepolis" così abbiamo voluto intitolare questo viaggio.
Lo diamo sempre un nome ad ogni viaggio, è un pò come sentirlo ancora più nostro,
viverlo intensamente sino a raggiungere la meta,
e quando questo avviene, emozionarsi e sentire la pelle che increspandosi fa affiorare
quella strana sensazione di momentaneo appagamento.
Dico momentaneo in quanto, non appena letto il cartello di ingresso alla mitica città,
già avevo la mente proiettata in avanti e la forte tentazione
di chiedere a Gisella " e il prossimo anno " ? Ma non l'ho fatto, prima devo riportare a
casa Gisella, mi devo impegnare affinchè lei sia nuovamente un pò orgogliosa di me,
come io lo sono di lei.
Persepoli dicevo, molto simile a Palmira ( Siria ), si tratta di un sito risalente al 500 AC,
e mantenuto in buono stato a causa, o forse grazie al fatto
che per secoli è rimasta sommersa dalla sabbia e solo nel 1930 fu scoperta.
Aperta al pubblico solo nel 1990, dopo la fondazione della repubblica Iraniana,
ora è visibile e visitabile.
Personalmente, ai tempi della scuola non ho mai amato la storia, ma toccare quei muri,
essere immerso nell'atmosfera che questo sito emana,
beh, ti fa sentire come se risuonassero ancora le trombe dell'esercito di Serse e
ti immagini folle di Persiani in armatura pronti a difendere le mura.
E' anche probabile che queste sensazioni siano solo il risultato del caldo torrido che
ad agosto ( bassa stagione in queste parti del mondo )
mi attanaglia e mi asciuga. Non essendo io un guerriero Persiano ma semplicemente
un lavoratore dipendente, sono costretto a giungere
sino quì in agosto, cosa che sconsiglio a chiunque di voi. O almeno,
nel caso non voleste ascoltare il mio consiglio, munitevi di tanta acqua,
come d'altronde da noi fatto, è imperativo non disidratarsi.
Non lontano dal sito troviamo una sorta di camping con bungalow in affitto,
un praticello verde lo circonda e noi ce ne innamoriamo.
Vadano a farsi fottere tutti gli hotel, stasera dormiremo in mezzo alla natura !!!
Così è stato infatti !
Acquistato alcuni "fogli" di pane azimo e una scatoletta di formaggio spalmabile.
Cenato sull'erba appena fuori dal bungalow, sotto le stelle.
Bevuto birra analcolica al sapore di limone e fumato un numero indicibile di sigari.
Ad un tratto, dal buio della notte, sentiamo dei passi.
Nulla da temere, si tratta di una coppia di Iraniani.
Non parlano Inglese ma lui appoggia davanti ai nostri piedi un vassoio contenente
mezza anguria e due fette di torta stracolme di panna.
Momenti come questi, mi mettono di fronte alla condizione di sentirmi estremamente
povero di spirito.
Io non lo avrei mai fatto !
Non solo, faticavo a comprendere che per loro invece fosse un gesto naturale.
mi hanno commosso in qualche misura. E come unico modo per sdebitarci abbiamo
donato loro un portachiavi con il tricolore Italiano ed un nostro adesivo.
E' notte ormai. Chiudo gli occhi, saluto Gisella e la mente scorre veloce sui luoghi e
sui km percorsi per raggiungere questo nostro, piccolo, traguardo.
Ogni qualvolta sono partito per un viaggio, mi sono sempre sentito forte come
un leone e pronto ad affrontare qualsiasi evenienza.
Per questo viaggio, per un serie di ragioni, non era così !
Essere arrivati sin quì, esserci riusciti, acquista quindi un valore ancor più grande.
Essere a Persepolis, toccare con mano la storia di un popolo, sentire quelle pietre
sotto la mia pelle e pensare che uomini come Alessandro Magno
le hanno a loro volta toccate, per un attimo mi fa sentire forte.
Ma è solo un attimo, quell'istante impercettibile chiamato vita.
Quello che anche i grandi della storia hanno attraversato senza riuscire a
permanervi un solo istante in più di quanto fosse stato loro
permesso di fare.
Solo un uomo quindi.
Ma la forza di un uomo, da che mondo è mondo, è soprattutto la sua donna !
Per questo, ancora una volta,
grazie alla determinazione ed alla forza di chi mi ha permesso di rialzarmi e di combattere,
grazie a Gisella.
Gisella e Gianni
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